venerdì 25 agosto 2017

Esclamazioni (e qualche insulto)


Mio padre, quando si stupiva, diceva "ciumbia!" Purtroppo non solo quella parola è molto meno usata oggi, ma non riesco nemmeno a trovarne un'etimologia credibile su internet.
Quindi lancio un appello al mondo del web: qualcuno sa da dove viene ciumbia?
"Cribbio!", quello lo so, è una variante di Cristo, un po' come in Toscana si dice Maremma (maiala) invece di Madonna. Così come so che il bolognese "socc'mel", talvolta trasformato in "soccia" costituisce un pacato, ancorché provocante, invito a una fellatio e che "urca!" non ha niente a che fare con l'orca (per Linneo "Orcinus orca"), ma con l'"hulk" germanico-olandese che significa nave (forse riprendendo l'esclamazione stupita di chi improvvisamente e inaspettatamente scorgeva un vascello all'orizzonte).
Ma "ostrega"? Perché i veneziani ce l'avevano con le ostriche? E perché "accidenti" è diventato "accipicchia"?
E poi c'è "mizzica" (o miezzeca), che pare derivi dal latino "mencla", forma volgare di "mentula", che è quella cosa che abbiamo noi maschietti e non hanno le nostre amichette. È ovvio che "mizzica" è cugina di "minchia", dalla quale derivano i meno volgari "michiata" e "minchione" (quest'ultimo presente anche nel "Giornalino di Gian Burrasca di Vamba, il che è tutto dire). Peraltro in Sicilia la "minchia di re" è un pesce, il "Coris julis", comunemente noto come donzella, che i napoletani chiamano schiettamente "Cazzo di re." Notiamo anche che un gioco di 97 carte, in passato popolare a Firenze, ma oggi in disuso, si chiamava "Le Minchiate."
"Sorbole" viene dal frutto del sorbo, la sorba, che è acido, tant'è che Dante lo oppone alla dolcezza del fico, scrivendo "ed è ragion, ché tra li lazzi sorbi / si disconvien fruttare al dolce fico" (Inferno, XV, 65-65).
Facendo una piccola ricerca ho anche trovato che "mannaggia" viene da "mal n'aggia", ovvero male ne abbia, una specie di maledizione.
C'è poi la strana espressione "che togo!", presente non solo nel sassarese, ma anche in varie regioni italiane, che significa che bello, o che lusso, ma che non so se si riferisca al paese dell'Africa Occidentale stretto tra il Ghana e il Benin, all'ammiraglio giapponese Togo Heihachiro (1848-1934), o a che altro.
"Poffarbacco" è un'elaborazione di "perbacco" (per Bacco!), che, come "perdiana", se la prende con un dio della grecia antica evitando così di prendersela con Dio tout court. In poffarbacco troviamo il verbo "poffare", contrazione di può fare.
Sempre per evitare di dire "per Dio!" è nato "perdinci!", con le sue varianti perdina, perdicoli e perdindirindina, anche se sospetto che quest'ultimo lemma abbia un'etimologia un po' più complessa, della quale, ahimé, non ho trovato traccia.
Per tornare a mio padre, quando si arrabbiava per davvero usava un'espressione che non ho mai sentito altrove e della quale, benché fosse per me intrisa di mistero, non ho mai osato chiedergli l'origine: "La Taide putta!" Col tempo, ho finito per scoprire che Taide era la prostituta protagonista dell'Eunuchus, commedia di Terenzio, citata più tardi sia da Cicerone che da Dante e infine da Borges. Tanto per essere completi (e per aggiungere dettagli ancora più inutili a questo pedante sfoggio di inutilità), ecco qualche informazione supplementare su Taide: il soldato Trasone, che la amava come e quanto il giovane Fedria, le regalò una schiava di nome Panfila. Il fratello di Fedria, Chèrea si innamorò della schiava e si travestì da eunuco per incontrarla e fare porcherie con lei. Trasone, per motivi troppo lunghi da spiegare, avrebbe voluto riprendersi Panfila, ma quando venne fuori che lei era in realtà una cittadina ateniese, venne liberata e sposò Chèrea. A questo punto Taide si mise a convivere con Fedria e vissero tutti a lungo felici e contenti.
Ma si sa, quando ci si mette a cercare cose del genere si finisce sembre con l'imbattersi in Umberto Eco. Ho trovato il testo di una conferenza che il tuttologo milanese avrebbe dovuto tenere al Festival della Comunicazione di Camogli, ma che fu annullata causa pioggia. Il testo è però disponibile su internet e si conclude con una gustosa lista non di esclamazioni, ma di insulti, molti dei quali sempre meno usati. E con questa lista concludo anch'io:
pistola dell’ostrega, papaciugo, imbolsito, crapapelata, piffero, marocchino, pivellone, ciulandario, morlacco, badalucco, pischimpirola, tarabuso, balengu, piciu, cacasotto, malmostoso, lavativo, magnasapone, tonto, allocco, vaterclòs, caprone, magnavongole, zanzibar, bidone, ciocco, bartolomeo, mona, merlo, dibensò, spaccamerda, tapiro, belinone, tamarro, burino, lucco, lingera, bernardo, lasagnone, vincenzo, babbiassso e/o babbione, grand e gross ciula e baloss, saletabacchi, fregnone, lenza, scricchianespuli, cagone, giocondo, asinone, impiastro, ciarlatano, cecè, salame, testadirapa, farfallone, tanghero, cazzone, magnafregna, pulcinella, zozzone, scassapalle, mangiapaneatradimento, gonzo, bestione, buzzicone, cacacammisa, sfrappolato, puzzone, coatto, gandùla, pagnufli, cichinisio, brighella, tombino, pituano, pirla, pisquano, carampana, farlocco, flanellone, ambroeus, bigàtt, flippato, fricchettone, gabolista, gaglioffo, bietolone, gadano, fighetta, imbranato, balordo, piattola, impagliato, asparagio, babbuino, casinaro, bagolone, cucuzzaro, accattone, barabba, loffio, tappo, caporale, toni, macaco, baluba, pappone, pizipinturro, polentone, bonga, quaquaraquà, tarpàno, radeschi, peracottaro, ciculaté, mandruccone, paraculo, fanigottone, scamorza, scricio, mezzasega, rocchettée, pataccaro, pinguino, margniflone, mortodesonno, sbragone, mortadella, peracottaro, scorreggione, pappamolla, furfantello, scioccherello, stolto, sventato e biricchino.