giovedì 25 maggio 2017

13 centimetri di costola


Un pezzo di costola umana lungo 13 centimetri, proveniente dal corpo di Nicola di Bari è stato spedito dall'Italia alla Russia. E perché mai, mi dirai, un pezzo di costola del cantante nato in provincia di Foggia e noto per avere vinto due Festival di Sanremo consecutivi nel 1971 e 72, rispettivamente con l'indimenticabile Il cuore è uno zingaro e con la travolgente I giorni dell'arcobaleno, è stato spedito in Russia? E perché poi gli hanno tolto un pezzo di costola dal torace, visto che è ancora vivo e vegeto e celebrerà il suo settantasettesimo compleanno il prossimo 29 settembre?
Ti rassicuro subito: quel pezzo di costola apparteneva a un altro Nicola di Bari, uno che in realtà non c'entrava niente con Bari, visto che era nato in Anatolia ai tempi dell'imperatore Claudio II, detto il Gotico, che è uno che se non l'hai ma sentito nominare va bene lo stesso perché non ha fatto niente di importante. Quel Nicola lì, quello giusto, era morto nell'attuale Demre, cittadina turca di poco più di 26.000 abitanti, che ai tempi di Claudio il Gotico si chiamava Myra, proprio come la cantante americana di origine messicana, nota soprattutto per la sua interpretazione di Dancing in the Street, che se proprio vuoi farti del male puoi ascoltare qui.
Siccome questo Nicola di Bari è uno che di mestiere faceva il Santo, alla sua morte i Myresi (o comunque si chiamassero gli abitanti di Myra) gli avevano fatto una bella tomba da Santo con intorno una cattedrale. Tutto filò liscio come l'olio (santo) per 744 anni, finché nel 1087 a Myra arrivarono 62 marinai baresi, tra i quali c'erano anche due sacerdoti, tali Lupo e Grimoldo. Ora, siccome Bari non aveva un Santo tutto suo, i due sacerdoti, animati da uno spirito stracolmo di carità cristiana, decisero di rubare il corpo di quello di Myra e di portaselo a casa. Visto però che la carità cristiana era così presente nei loro cuori, affettarono lo scheletro in due pezzi e se ne portarono via solo la metà. Secondo altre versioni a quei tempi Nicola era già stato affettato da qualcun altro e quindi Lupo e Grimoldo se ne portarono via solo la metà perché il resto era nascosto da un'altra parte, ma non importa. Ciò che importa (o magari no, ma te lo dico lo stesso) è che l'altra metà fu più tardi trafugata dai veneziani, che già che c'erano si presero pure i corpi di un altro Nicola, zio del Nostro, e di tale Teodoro, martire.
Nel XII secolo un infido vescovo tedesco che non si sa bene per quale motivo si trovasse a Bari rubò l'omero sinistro di Nicola e lo portò a Rimini, dove si trova ancora oggi, nella chiesa di San Nicolò, in via Ferdinando Graziani, di fronte alla bigiotteria Tanvir e a Europcar. Si trova ancora lì oggi, ma non tutto, visto che nel 2003 i generosi riminesi decisero di tagliarne via una fettina e di farne dono alla città greca di Volos, cosa che i volosiani hanno giustamente apprezzato.
Insomma, a Bari ci sono vari pezzi di Nicola di Bari — che, detto per inciso, è poi quel San Nicola che diventò Father Christmas in Inghilterra nel XVI secolo, de Kerstman in Olanda un po' più tardi, Santa Claus in un sacco di altri posti e che ha finito col guadaganrsi da vivere facendo la pubblicità per la Coca-Cola a partire dagli anni '30 del secolo scorso. Ciò che importa è che 13 centimetri di costola di Nicola di Bari sono stati mandati in Russia, dove resteranno fino al 13 luglio.
E allora?, mi dirai.
Beh, allora ecco qua: quei 13 centimetri di osso di braccio sono stati depositati dentro una bacheca fabbricata apposta in Russia, bacheca riccamente decorata con bassorilievi che raccontano la vita del Santo e dotata di un coperchio e di una parte anteriore in vetro che permettono di constatare che dentro ci sono proprio quei 13 centimetri di omero, nel caso qualcuno avesse dei dubbi. Il sito http://www.rainews.it non esita a definire quella spedizione un evento storico, un gesto d'amore e di pace, un seme nel mare dell'ecumenismo. E tanto per dirla tutta, ieri davanti alla cattedrale del Cristo Salvatore, a Mosca, sulle rive della Moscova, c'era una fila di gente lunga 2 chilometri, tutti lì per vedere quei 13 centimetri di matrice extracellulare molto dura, compatta e mineralizzata, nonché di un'indefinita dose di defunti osteociti. Già si prevede che nel week-end, che in russo si dice выходные, ma anche уикенд, la fila sarà non di 2, ma di 5 chilometri.
Leggo sul Corriere della sera: Igor, che viene da Starij Oskol, nel sud della Russia, si aspetta un evento eccezionale perché già nel 2011, quando giunse a Mosca per vedere un frammento della cintura della Madonna proveniente dalla Grecia, gli nacque miracolosamente un nipotino. Essendo molto felice per Igor mi guarderò bene dal fargli notare che di cinture della Madonna tutte intere in giro per l'Europa e il Medio Oriente ce ne sono altre nove, una a Prato, una a Costantinopoli, una a Homs, una a Cipro, una al Monte Athos, una a Terragona, in Spagna, una a Bruton, nel Somerset inglese, e due in Francia, a Le-Puy-Notre-Dame e a Quintin, in Bretagna. Naturalmente non dispongo di dati precisi, ma sappiamo tutti come va con le cinture: una la perdi, un'altra la butti via perché si è rotta, di altre di devi sbarazzare man mano che ingrassi, altre ancora finiscono semplicemente col non piacerti più. Sì, va bene, secondo la tradizione fu Maria stessa a regalare la sua cintura all'apostolo Tommaso prima di partire per il cielo con tanto di anima e corpo. La cintura, mica 9 cinture. 
Tra l'altro, quella che Igor aveva visto nel 2011, o della quale aveva visto un frammento, è famosa perché permette alle donne sterili che la toccano di avere dei figli. Ma siccome era conservata da secoli in un monastero sul Monte Athos il cui ingresso è vietato alle donne, non serviva a granché. Infatti la sua tournée in Russia — dico tournée perché l'hanno portata in giro per ben 13 città — doveva servire proprio a favorire nuove nascite in un paese nel quale la demografia diminuisce in maniera preoccupante.Se la cosa abbia funzionato o no per ora non si sa.
No, tutto questo non lo farò mai notare a Igor. Ma devo ammettere che l'idea di decine di migliaia di persone che fanno la coda per vedere un pezzetto di osso e che poi magari si convinceranno che è proprio grazie a quella vista che potranno passare la serata a occuparsi del nipotino mentre i genitori vanno al cinema, oppure che, come la madre di tale Vladislav, diciassettenne di Krasnodar, vivranno qualche altra meravigliosa esperienza, visto che San Nicola già in passato l'ha aiutata a ritrovare l'automobile che le era stata rubata, mi turba. Sì, certo, mi fa molto ridere, ma mi turba anche. E siccome sono uno che certe volte mette i suoi turbamenti sul suo blog, ecco, l'ho fatto.
E mo' vado a farmi una tazza di té Ruschka, che è un té nero profumato al bergamotto e altri frutti e che se vuoi puoi comprarti qui per 8€ all'etto.