giovedì 9 maggio 2013

Della Galatina

I miei primi sette anni di vita li ho passati a Lodi. Sono nato nel letto dei miei genitori, in via XX settembre. Mi sono sempre chiesto perché sulle targhe ci fosse scritto XX e non 20, o venti, e la stessa perplessità la provo ogni volta che trovo un'indicazione per XXmiglia. Insondabile mistero.
A Lodi c'era la Fiera del Latte. Non so assolutamente cosa fosse, ma so che mio padre aveva qualcosa a che farci. Perché la Fiera del Latte? Naturalmente perché nella nebbia padana hanno sempre vagato numerose mucche con le mammelle rigonfie, ma anche perché a Lodi c'era la Polenghi Lombardo, che produceva sia latte che mascarpone. Sono quelli della Polenghi che hanno lanciato in Italia quella schifezza senza sapore che si chiama latte a lunga conservazione. Per fortuna loro (e mia) nel 1956 Dio Signore Onnipotente li incaricò però di dare al mondo uno di quei miglioramenti epocali che danno un po' di gioia a noi mammiferi erranti in questa valle di lacrime. E la Polenghi Lombardo creò le Galatine. Otto anni prima che la Ferrero facesse fare un altro grande passo in avanti all'umanità creando la Nutella e ben venticinque anni prima che Roberto “Loly” Linguanotto, pasticcere presso il ristorante Alle Beccherie di Treviso chiudesse la Divina Trinità con l'elaborazione del tiramisù.
È difficile spiegare cosa fossero le Galatine per un bambino del 1956. Prima di allora le godurie supreme erano le caramelle Charms, rotonde e col buco, che mio padre mi portava dal bar Masseroni, dove andava a giocare a boccette. Ma le Galatine, con quel colore bianco e con quell'inconfondibile e ineguagliabile consistenza... mmmmmhhhh.
Per vari decenni le Galatine sono state per me un lontano ricordo, fino al giorno in cui, a un autogrill dell'Autostrada dei Fiori, a momenti mi ha preso un infarto. Su uno scaffale, vicino a pacchetti di Haribo, Golia e altre cose sconosciute, ho scoperto un pacchettino bianco a righe azzurre con su la meravigliosa scritta rossa: Galatine.
Quando ho visto, scritto in più piccolo, il nome Sperlari, è solo grazie alla rapida reazione di un turista polacco che non sono caduto rovinosamente a terra. Come sarebbe, Sperlari? Vuoi vedere che questi delinquenti senza ritegno né senso dell'onore si sono appropriati di un nome sacro per mettere in circolazione un ignobile sottoprodotto?!
Ho esitato a lungo, ma dopo circa 47 minuti di immobilità ho ceduto: ho allungato la mano, ho preso un pacchetto e mi sono diretto verso la cassa. Appena fuori, sotto il sole ligure, ho aperto il pacchetto e ho trovato una serie di caramelle, ognuna avvolta da un manto di plastica e alluminio. Altro coccolone. Ma sono stato forte. Con uno sforzo di volontà pari a quello di Fidippide quando, 2493 anni fa, corse 42,195 km per annunciare agli ateniesi la vittoria sui persiani, ho scartato la Galatina e me la sono infilata in bocca. Miracolo! Miracolo! Gloria in Excelsis Deo! La Galatina aveva lo stesso sapore!
Da allora, di Galatine ne ho succhiate molte, l'ultima pochi minuti fa. Anche se “succhiate” è limitativo, visto che uno dei piaceri risiede proprio in quell'alternanza di succhiare e mordere che solo l'immacolata leccornia lodigiana permette.
Qualche anno dopo l'inattesa riscoperta, ho provato anche le Galatine al cioccolato e quelle molli. È stato come far sesso con una bambola gonfiabile, come bere un bicchiere di Tavernello, come andare in vacanza in agosto a Igea Marina, come mangiare una pizza da Pizza Hut. Patetico. Triste. Deprimente. Ogni volta che ne vedo in vendita alla Coop mi viene voglia di rubarle tutte unicamente per il piacere di portarle alla discarica.
Per fortuna le Galatine bianche, quelle vere, esistono ancora. Quel che mi preoccupa è che la Sperlari appartiene ormai alla Leaf Italia (che possiede anche Saila, Dietorelle e Dietor) e che la Leaf Italia è di proprietà della CVC Capital Partners, con sede a Londra, e della Nordic Capital, con sede a Stoccolma. Cosa succederà il giorno in cui 'st'inglesi e 'sti svedesi decideranno che non gliene frega niente delle Galatine? Non oso immaginarlo.
E invece sì, lo immagino. Ma non lo temo più, visto che ho scovato su internet una ricetta per farsi le Galatine in casa! Non l'ho ancora provata (l'ho scoperta venti minuti fa...), ma non voglio correre il rischio di farmi polpettizzare da un TIR domani mattina senza prima averla offerta ai miei lettori.
Eccola qui:

Ingredienti:
40g di albume
80g di zucchero
3 cucchiai colmi di latte in polvere

Preparazione:
mettete l'albume insieme a 1/3 dello zucchero in una ciotola di metallo e appoggiatela sopra una pentola di acqua calda in modo che il composto si scaldi senza però superare i 45°. Cominciate a montare con un frullino e quando gli albumi comincieranno già ad essere spumosi aggiungere ancora 1/3 di zucchero...Continuate a montare finché il composto sarà bianco, spumoso e ben fermo. A questo punto aggiungete l'ultimo terzo di zucchero e montate ancora finché si sarà sciolto completamente, dopodiché unite il latte in povere, frullando ancora un po' a bassa velocità. Stendete ora il composto così ottenuto allo spessore di circa 1/2cm su un foglio di carta forno dandogli una forma quadrata e adagiate il tutto sul ripiano dell'essiccatore azionandolo a 70°. Se non avete l'essiccatore appoggiate il foglio con l'impasto sulla teglia del forno preriscaldato a 60° ventilato, ma lasciate lo sportello del forno aperto a fessura mettendo un cucchiaio di legno tra il forno e lo sportello. Fate essiccare completamente. Quando sarà pronto fatelo raffreddare e poi tagliate a quadratini di circa 1cm di lato possibilmente con un coltello elettrico.
 
Lasciamo pure perdere il coltello elettrico: mi pare ovvio che se la cosa risulterà buona sarà molto meglio ficcarsi direttamente in bocca tutta la placca senza perdere inutile tempo a farla a pezzi.
Non credo che nei prossimi due giorni avrò il tempo necessario per provare la ricetta e siccome poi starò via per un mese e mezzo non mi resta che contare su di te, dolciofilo lettore, per sperimentarla, darmene delle notizie e farmi sbavare da una qualche camera d'albergo francese. Cosa di cui ti sono grato in anticipo.
Galatine for ever!