venerdì 26 novembre 2010

Di cose importanti


Basta parlare di quello là! Basta. Occupiamoci di cose serie.

Ho fatto un giretto su internet e ho pescato una serie di informazioni che ho voglia di darvi così, in disordine. Sono cosette da tirar fuori nel corso di una cena al momento in cui c'è un silenzio e che fanno dire a tutti “ma come fai a sapere questa cosa?”.

Se uno ha detto che sabato ha ricevuto una lettera, informatelo che le poste canadesi hanno smesso di distribuire posta il sabato dal 1° febbraio 1969.
Se uno propone una partita a carte fategli notare che il re di cuori è l'unico senza baffi.
Se uno chiede che ore sono ditegli che nei casinò di Las Vegas non ci sono orologi.
Se uno parla di pittura, ricordategli che la Gioconda ha le sopracciglia depilate.
Se una è incinta di un maschio e esita tra chiamarlo Luca o Alfonso, accennate al fatto che il nome più diffuso al mondo è Mohammed.
Al momento di pagare il conto in pizzeria ricordate che fino all'800 in Siberia si poteva pagare con blocchetti di sale.
Se qualcuno cita un premio Nobel, fate notare che sul retro della medaglia del premio ci sono tre uomini nudi che si tengono per le spalle (con la s).
Se uno deve partire l'indomani in aereo per l'America, informatelo che un Boeing 747 può contenere 216.847,31 litri di carburante.
Se uno parla di musica classica, buttate lì che in un violino ci sono 70 diversi pezzi di legno.
Se uno accende un fiammifero, ricordategli che quando c'è un incendio in una foresta il fuoco si sposta più rapidamente verso la cima delle colline che verso il basso.
Se uno parla di un articolo di giornale, spiegate che più della metà dei giornali del mondo sono pubblicati negli USA e in Canada.
Se qualcuno dice qualcosa sul codice a barre, ricordate che il primo prodotto del quale fu letto il codice a barre fu un chewing-gum Wrigley's, il 26 giugno 1974 in un supermercato di Troy, Ohio.
Se uno parla di un film horror, chiedetegli se sa cos'è la tafofobia (la paura di essere sepolti vivi).
Se uno dice “beh, è ora di andare”, rammentategli che la clinofobia è la paura di andare a letto e addormentarsi.
Se uno ammette di non saper nuotare, umiliatelo spiegandogli che i porcospini galleggiano.
Se c'è un inglese o un americano a tavola, dite “the quick brown fox jumps over a lazy dog” sperando che lui non sappia che quella frase contiene tutte le lettere dell'alfabeto.
Se invece c'è uno di Pavia, ditegli “qualche notizia pavese mi fa sbadigliare”, che è la stessa cosa, ma in italiano.
Se vi servono del pollo, non esitate a stupirvi del fatto che il più lungo volo di gallina mai registrato è durato 13 secondi.
Se qualcuno dice di aver visto l'ultima punata di C.S.I., è il momento giusto per spiegare che la pipì di gatto brilla sotto la luce blu.
Se qualcuno deve andare dal dentista, ricordate che fu un dentista ad inventare la sedia elettrica.
Se fuori c'è vento, spiegate che i cammelli hanno tre palpebre per proteggersi gli occhi dai venti di sabbia.
Se uno dei presenti ama la musica country, ricordate che prima del 1796 il Tennessee si chiamava Franklin.
Se uno è ingessato, ditegli che alla nascita aveva 300 ossa, ma che da adulto gliene sono rimaste solo 206.
Se cenate con un cardiologo, accennate al fatto che sapete benissimo che il ritmo cardiaco normale è di 72 battiti al minuto, ma aggiungete soprattutto che questo vuol dire 4.320 all'ora, 103.600 al giorno, 725.200 a settimana e magari anche 37.739.520 all'anno.
Se uno parla di invecchiamento, ricordategli che con l'età i neuroni cerebrali diminuiscono.
Accidenti, avevo detto che non volevo parlare di Lui e ci sono ricascato...

giovedì 25 novembre 2010

Meno male...



Circa il 24%


Mara Carfagna: “il presidente Berlusconi ha dimostrato con fatti concreti la sua grande fiducia nelle donne portandone ben cinque al governo” (il corsivo è mio). Siccome la naturale discrezione del nostro Amato Leader ci ha sempre impedito di sapere quante donne avesse portato non al governo ma nel lettone di Putin (oltretutto pagandole, prova di grande generosità), diamo atto alla Mara nazionale delle sue cifre: effettivamente noi abbiamo oggi 5 ministri donne su 24, cioé un buon 24% virgola qualcosa.
Tanto per avere dei termini di paragone, la Francia ne ha 11 su 31 (35%), la Germania 7 su 18 (38%), la Spagna 8 su 17 (47%), la Svezia 8 su 13 (62%). Quei maschilisti schifosi che sono gli inglesi ne hanno solo 4 su 19 (17%) e naturalmente non conta che ne abbiano avuta una a capo del governo per ben undici anni.

Sempre per avere termini di paragone, ecco una lista delle donne capo di governo dal 1900 a oggi:

Evheniya Bohdanivna Bosch, Ucraina
Sirimavo Ratwatte Dias Bandaranaike, Sri Lanka
Indira Gandhi, India
Golda Meïr, Israele
Élisabeth Domitién, Repubblica Centrafricana
Margaret Thatcher, Gran Bretagna
Maria de Lourdes Ruivo da Silva Pintasilgo, Portogallo
Eugenia Charles, Dominica
Gro Harlem Brundtland, Norvegia
Milka Planinc, Yugoslavia
Benazir Bhutto, Pakistan
Kasimiera Prunskienė, Lituania
Khaleda Zia, Bangladesh
Edith Cresson, Francia
Hanna Suchocka, Polonia
Sylvie Kinigi, Burundi
Tansu Çiller, Turchia
A. Kim Campbell, Canada
Agathe Uwilingiyimana, Ruanda
Chandrika Bandaranaike Kumaratunga, Sri Lanka
Claudette Werleigh, Haiti
Hasina Wajed, Bangladesh
Janet Jagan, Guyana
Jenny Shipley, Nuova Zelanda
Helen Clark, Nuova Zelanda
Madior Boye, Senegal
Maria das Neves Ceita Batista de Sousa, São Tomé e Príncipe
Anneli Jäätteenmäki, Finlandia
Beatriz Merino Lucero, Perù
Luísa Días Diogo, Mozambico
Yuliya Tymoshenko, Ucraina
Maria do Carmo Trovoada Pires de Carvalho Silveira, São Tomé e Princípe
Angela Merkel, Germania
Portia Simpson-Miller, Giamaica
Han Myung-sook, Corea del Sud
Zinaida Grecianîi, Moldavia
Michèle Pierre-Louis, Haiti
Antonella Mularoni, San Marino
Jóhanna Sigurðardóttir, Islanda
Jadranka Kosor, Croazia
Kamla Persad-Bissessar, Trinidad e Tobago
Mari Kiviniemi, Finlandia
Julia Gillard, Australia
Iveta Radičová, Slovacchia

Vabbé, mi direte voi, ma queste sono donne capo di governo. Che c'entra? Un capo noi ce l'abbiamo già: Lui.
Tutti insieme: “Meno male che Silvio c'èèèè... lalala lalala lalala..."

mercoledì 24 novembre 2010

Ode a Berlusconi



Berlusconi non è di destra. Né di sinistra, ovviamente. Berlusconi è di centro. Di egocentro. Lo dico da egocentrico di vecchia data. Quindi da specialista. Però io non faccio il ministro. Nemmeno il primo.
Berlusconi non fa il primo ministro. Fa il primo. Sempre. E continuerà a farlo. Perché non sa fare nient'altro.
Berlusconi non fa il primo ministro per non andare in galera. Potrebbe anche voler andare in galera. Se fosse il primo ad andarci. Purtroppo non può esserlo.
Berlusconi non fa politica. Berlusconi fa. Ha sempre fatto. Per questo parla del governo del fare. Fare cosa? Non importa. L'importante è che facendo sia il primo.
Berlusconi ha sempre bisogno di dire che gli altri, gli avversari, non sono nulla. Lui solo è. Cosa? Non importa. L'importante è essere e farlo sapere. E più lo si fa sapere e più si è.
Berlusconi dice sempre che fa, ha fatto e farà cose straodinarie. Gli altri fanno cose normali. Solo lui fa cose straodinarie. La normalità è mediocre. Lui no.
Berlusconi è il presidente del partito dell'amore. Per questo gli altri lo disprezzano. Perché non sanno amare.
Berlusconi è generoso. Regala soldi, collanine e Swarovski. Fa telefonate. Organizza cene e vacanze. Fa eleggere sconosciuti. Fa regali di compleanno. Berlusconi è molto generoso.
Berlusconi sorride sempre. Meglio se davanti a una telecamera o un obiettivo fotografico. Sorride perché la vita è bella. Lui lo sa. Gli altri no. Gli altri sono altri perché non sorridono.
Berlusconi è perseguitato. Anzi è il più perseguitato. Perché è il più grande. Almeno da 150 anni.
Berlusconi ama le donne. Per questo le paga. Perché se lo meritano.
Berlusconi paga anche molti uomini. Ma li paga perché sono dei mediocri. Solo i mediocri si fanno pagare. I grandi pagano.
Berlusconi combatte la criminalità organizzata. I criminali sono dei mediocri. Per questo o li manda in galera, o li paga.
Berlusconi risolve i problemi. Sempre. Se un problema torna fuori lui lo risolve ancora. E ancora. E ancora. E poi lo fa sapere. Ancora. E ancora.
Berlusconi è molto rispettato e molto ascoltato dai grandi del mondo. Perché il più grande è lui. E loro che sono grandi lo sanno. Sanno che il più grande è lui.
Berlusconi ha cambiato l'Italia. L'ha resa uguale a lui. A sua immagine e somiglianza.
Berlusconi riesce a fare tutto quello che fa nonostante la Costituzione e il parlamento. Certo, sarebbe più semplice senza. Ma lui ce la fa lo stesso. Perchè è il migliore.
Berlusconi vorrebbe vivere fino a 150 anni. Per noi. Perché ci vuole bene. Anche se siamo dei mediocri. Perché lui è fatto così.
Berlusconi racconta barzellette. Perché è simpatico. Sì è anche il più simpatico.
Dopo Berlusconi non ci saranno più Berlusconi. Mai più. E questo è molto triste.
Berlusconi si è fatto costruire un mausoleo nel giardino della sua villa. Non voleva che fosse qualcun altro a costruirglielo. Gliel'avrebbero fatto troppo grande.

domenica 21 novembre 2010

Caro Benedetto

Benedetto

Caro (si fa per dire) Benedetto (si fa sempre per dire),
diamoci pure del tu. Facciamolo con cristiana solidarietà, anche se io cristiano non lo sono. Ovvero: tu mi consideri cristiano, visto che i miei genitori procedettero decadi addietro a quella cerimonia di umidificazione chiamata battesimo. A dire il vero a farmi sbattezzare ci ho anche pensato, ma poi mi sono detto che era cosa  che non valeva né la spesa di un francobollo, né tantomeno il tempo passato a scrivere una lettera. Ma diamoci del tu lo stesso.
Stamattina, mentre, come ogni mattina, bevevo il mio sacrosanto (scherzo...) caffé e leggevo il mio giornale, a momenti mi hai fatto andare di traverso la caffeina. Pare tu abbia scritto un libro, in collaborazione con un giornalista bavarese, tale Peter Seewald: Luce del mondo. Il Papa, la Chiesa e i segni dei tempi. Bel titolo, complimenti.
 Ora, cosa dici in questo libro? Dici in particolare: "Il Papa può prendere decisioni in ultimo vincolanti grazie alle quali diviene chiaro cosa è la fede della Chiesa e cosa non è. Il che non significa che il Papa possa di continuo produrre 'infallibilità'" (il corsivo è mio). Come sarebbe a dire? Ma l'infallibilità del papa non è un dogma approvato dal concilio Vaticano I nel 1870, qualche mese prima della breccia di Porta Pia? 
La tua frase, lo ammetto, mi ha messo la pulce all'orecchio. Così ho fatto qualche ricerca su internet e ho scoperto che l'infallibilità è valida solo quando il papa parla ex-cathedra. Figurati che ho scoperto anche che da allora un solo papa, Pio XII, si è servito di quel cavillo per proclamare un altro dogma, quello dell'assunzione "anima e corpo" di Maria. A me questo dogma è sempre piaciuto molto perché grazie a due fatti innegabili mi permette una deduzione interessante. Fatto n°1: Maria è morta, anno più, anno meno, verso il 40 o il 50; fatto n°2: nulla nell'universo può muoversi a una velocità superiore a quella della luce, ovvero 300.000 chilometri al secondo; deduzione: la mamma di Gesù si trova oggi a circa 1960/1970 anni luce dalla terra, quindi probabilmente in prossimità della nebulosa NGC 7000 (detta Nord America), che dev'essere un bel posto. 
Grazie quindi di avermi aiutato è scoprire che non tutto quel che dici è oro colato. Adesso so con certezza ciò che già sospettavo, ovvero che anche tu puoi dire minchiate.
A proposito di minchiate: c'è un'altra cosa di cui parli nel tuo libro, il preservativo (detto anche profilattico, condom, anticoncezionale, contraccettivo, berretto, cappellino di Pulcinella, impermeabile, cappottino, cappuccio, giubbetto, vestitino, camicetta, palloncino, papalina, bottiglietta dell'anice, poggiolo, profiterol, parasburre, Giannetto, Giannuzzo, ecc.). Secondo te (e questa è una novità) “vi possono essere singoli casi giustificati” nei quali il coso può essere usato, ad esempio quando lo utilizza una prostituta. Infatti, continui, questo può essere “un primo passo verso una moralizzazione, un primo atto di responsabilità per sviluppare di nuovo la consapevolezza del fatto che non tutto è permesso e che non si può fare tutto ciò che si vuole” (il corsivo è sempre mio, non farci caso). A parte lo stile del discorso, scusa, ma a te chi l'ha detto che una prostituta è una che pensa che si può fare tutto ciò che si vuole? Non ti è mai ma proprio mai venuto in mente che se una fa la prostituta magari è proprio perché non è riuscita a fare quello che voleva? O credi che se si veste da velina pre-ministeriale per andarsi a mettere sul bordo di una provinviale e poi farsi fottere dal primo pirla che passa è perché è ciò che ha sempre voluto fare fin da piccola? Sveglia, Benedetto, sveglia! Se c'è una cosa di cui una prostituta è convinta è proprio che una non può fare sempre quello che vuole. O no?
Mi sa che il tuo scivolone è dovuto alla mancanza di esperienza. E ormai alla tua età è un po' tardi per far esperienza, mi dirai. Certo. Ma allora, scusa, perché non te ne stai un po' zitto su queste cose delle quali non puoi oggettivamente capire una mazza?
Cordiali saluti.
Massimo Schuster

giovedì 18 novembre 2010

Lettera a Barbie

Barbie Nadeau

Cara Barbie Nadeau,
ma come si permette? Lei, autorevole giornalista dell'autorevole (anche se sul bordo della bancarotta) Newsweek, nonché collaboratrice delle non meno autorevoli BBC e CNN e dei magari un po' meno autorevoli Delty Sky Magazine, Budget Travel, Frommer's and Globe Pequot Press, Daily Beast, NPR, NBC e ABC, come si permette di dire del male del nostro Amato Leader? Ma scherziamo?
Lei ha osato dire che un'innocente trasmissione di divertimento come Striscia la notizia è un'espressione “del marciume ormai manifesto ai vertici del governo italiano”; che le donne sono “addobbi da vetrina” per il nostro Silvio nazionale; che il nostro Premier agisce come “un vecchio sporcaccione”. Eh, no! Non si fa così.
E poi, scusi, cos'è quella storia secondo la quale il nostro Amato Leader controllerebbe il 95% della nostra televisione? Ma non sa che la RAI è di sinistra? Ma se lo sanno tutti!...
Come osa dire che l'Italia è al 74° posto nel mondo (dopo la Colombia, il Perù e il Vietnam) nella classifica del World Economic Forum dei paesi che trattano meglio le donne? Ma non sa che dietro la sigla WEF si nasconde in realtà il World Economic Communist Organisation? Come sarebbe l'acronimo non è giusto? Ma è perché quelli lì si nascondono dietro un acronimo falso, perché i comunisti sono così, falsi come monete da tre euro!
Senta, lei mi sembra anche abbastanza carina. Secondo me una speranza di essere invitata a una cenetta ad Arcore ce l'ha. Poi, si figuri, col nome che ha!... Vabbé, i diciassette anni li ha passati da un pezzo, ma cosa vuol dire? Un po' di cerone, un po' di silicone e via col bunga bunga!
Guardi, non è che voglia farle la lezione, però il giornalismo è una cosa seria. Lei, se scrive cose del genere, poi deve dare a chi attacca la possibilità di difendersi. Lo so, il nostro Amato Leader è uno troppo discreto per esigere un diritto di risposta. Cosa vuole? È fatto così. Ma allora mi permetta di dirle io che quello che lei chiama marciume è solo la sana espressione di un innato amore per le donne.
Mi viene un dubbio. Lei non sarà mica gay per caso? No, lo chiedo perché non si sa mai. Comunque, guardi, anche se è gay, non si preoccupi: vada ad Arcore e vedrà che le passa. Vedrà che incontrando uno come il Silvio capirà anche lei che gli uomini sono molto meglio. E stia tranquilla, ché nessuno le rimprovererà poi gli errori del passato.
Come dice? Lei vive a Roma? Ma non c'è problema: le mandiamo una macchina blu e un aereo privato. E sennò, se le fa proprio scomodo andare ad Arcore, la cosa si può fare anche a palazzo Grazioli, nel lettone di Putin. Su, coraggio, vedrà che poi starà meglio. E chissà mai che il il capo, oltre a qualche migliaia di euro e  a due o tre Swarovski non le offra anche un posto di collaboratrice al Giornale. Così poi potrà fare il caffé per Sallusti.
Cordiali saluti.
Massimo Schuster

martedì 16 novembre 2010

Di un po' di democrazia

Pericle


Come avevo previsto (vedi blog precedente), grazie al fulgido impegno di Mauro Masi la seconda puntata di Vieni via con me ha avuto più telespettatori della prima. Io l'ho trovata anche migliore, nonostante la debolezza dell'intervento di Paolo Rossi. Ho soprattutto trovato Saviano migliore, più combattivo, più chiaro, più interessante. E Maroni si è incazzato e adesso chiede di essere invitato per rispondere in diretta a Saviano a proposito degli affari nei quali esponenti della Lega Nord hanno collaborato con dei camorristi.
Io spero davvero che Saviano lo inviterà. Lo spero innanzitutto perché il diritto di replica è sacrosanto. Lo spero poi perché mi piacerebbe davvero vedere Maroni in difficoltà. Ma lo spero soprattutto perché quella sarebbe una meravigliosa lezione di democrazia.

Un'altra bellissima lezione è venuta nei giorni scorsi dal sindaco di Acquaformosa, paesino di 1200 anime in provincia di Cosenza. Giovanni Manoccio, ché così chiama il sindaco, si era fatto conoscere l'anno scorso per aver dichiarato Acquaformosa “comune deleghistizzato”. Il consiglio comunale aveva anche approvato un “decalogo sui comportamenti da tenere in un paese deleghistizzato” che riproduco qui:
  • Nel nostro paese non togliamo le panchine per gli immigrati, anzi le dotiamo di cuscini
  • Nel nostro paese non disinfettiamo i luoghi dove vivono gli immigrati: i nostri luoghi sono puliti naturalmente (cit. Borghezio)
  • Nel nostro paese è vietato scrivere "forza Etna" o "forza Vesuvio": è consentito scrivere "fate l'amore, non la guerra" (cit. Pontida)
  • Nel nostro paese è vietato fare gli esami di dialetto per l'insegnamento nelle scuole: basta l'esame di abilitazione nazionale
  • Nel nostro paese non sono ammesse le ronde: è consentito il libero passeggio e le "struscio"
  • Nel nostro paese sono abolite le magliette con scritte offensive verso l'Islam: meglio essere nudi che cretini (cit. Calderoli)
  •  Nel nostro paese non si possono cantare le canzoni che inneggiano alla "monnezza di Napoli: si può cantara "O sole mio" (cit. Salvini)
  • Nel nostro paese  non occorre affermare di avercelo duro: tutti lo sanno già (cit. Bossi)
  • Nel nostro paese non si può gridare "Roma ladrona": si può cantare "Roma capoccia (cit. Maroni)
  • Nel nostro paese Alberto da Giussano è ritenuto un dilettante al cospetto del nostro Giorgio Castriota Skanderbergh 
Per quei pochi  che non conoscessero i dettagli della storia dell'Albania preciso che Skanderbergh (o Skanderbeg) era un patriota albanese del '400 e che la presenza del suo nome nel decalogo è giustificata dalla forte minoranza albanese presente a Acquaformosa. (Preciso pure, anche se non c'entra niente, che in via Skanderbeg a Roma c'è un bellissimo museo della pasta che consiglio a tutti di visitare).  
All'uscita del decalogo l'allora ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali Luca Zaia, leghista doc, aveva definito il sindaco "demente" e gli aveva consigliato di andare a "depurarsi nelle acque del Po" (che, come tutti sappiamo, sono peraltro pulitissime). 
Ora, che ha fatto quel galantuomo di Giovanni Manoccio? Ha scritto a Zaia, novello governatore del Veneto, per dirgli: 1) che devolveva il suo stipendio di sindaco agli alluvionati veneti e 2) che aveva messo in Comune un bel salvadaio in modo che la popolazione potessere aggiungere altri soldi destinati allo stesso scopo.
Ecco, queste sono belle cose, di quelle che mi fanno addormentare meglio alla sera. E se Saviano invitasse Maroni mi sa che anche Pericle sarebbe più contento.

sabato 13 novembre 2010

Masi, sei grande!

 Un grande

Sono in molti oggi a dirsi che Mauro Masi, direttore generale della RAI, è proprio un bamba, un sifolott' de menta, un pistola Amedeo dell'Alfa Romeo, un mentecatto, uno che dovrebbe andare a vendere frigoriferi agli esquimesi o caloriferi ai togolesi, un allocco, un gonzo, un babbeo, un'oca. Se uno aveva dei dubbi sul fatto di guardare la prossima trasmissione di Fazio e Saviano adesso come fa? Non può mica non guardarla.
Sono in molti a chiedersi come uno possa darsi la zappa sui piedi con tanta goduria come lo fa il Masi. Ve l'immaginate una campagna pubblicitaria più efficace e più a buon mercato di questa? Come si fa a essere tanto sprovveduti? Ma è mai possibile?

No, per l'appunto, non è possibile. In realtà le cose non stanno così. In realtà Masi è un anti-berlusconiano convinto. È uno così intelligente che da anni fa credere a tutti (Amato leader compreso) di essere berlusconiano e poi al momento opportuno, zac!, ti tira fuori un'idea di marketing così geniale da far salire l'audience di Vieni via con me a livello di un'Italia-Brasile. Se ci pensate bene è evidente: il buon Masi adora Fazio e Saviano, li venera, li vuole, li ama. Per questo fa di tutto per aiutarli, perché, siccome loro sembrano anti-berlusconiani, lui, facendosi passare per berlusconiano, zac!, fa capire a tutti quanto i berlusconiani siano stupidi. Grande Masi! Sei il mio nuovo idolo. Quando penso agli anni che hai dovuto soffrire per infiltrarti subdolamente, giorno dopo giorno, nelle file nemiche; quando penso alle umiliazioni e ai lazzi che hai dovuto subire; quando penso alle rinunce e ai sacrifici che un misero stipendio non ha alleviato; quando penso a tutto questo non posso che provare per te un immenso rispetto. Sei lo 007 dell'audiovisivo, l'Oleg Gordievskij della RAI, il Mata Hari del piccolo schermo, il Cicero di Viale Mazzini.
Come disse Robert Schumann dopo la prima volta che ascoltò Chopin in concerto: Signori, giù il cappello, ecco un genio!

mercoledì 10 novembre 2010

La soluzione

La soluzione

Signore e signori, vi presento il Platycleis Affinis, l'essere vivente con le palle più grandi del mondo.
È un grillo. Anzi, secondo il suo nome volgare è un grillastro affine. E c'ha due palle così, che se ce le avessi io, proporzionate al peso del mio corpo, farebbero qualcosa come dodici chili. Tanto per darvi un'idea (e dopo aver verificato le informazioni su vari siti internet) il peso delle palle del Platycleis Affinis è proporzionalmente superiore a quello del seno di Monica Bellucci. Però le palle sono in una posizione più scomoda.
Ora, dico io, non si potrebbe proporre al PD di mettere un bel Platycleis Affinis come segretario generale in vista delle prossime elezioni? Come carisma, non ne ha certo meno di Bersani; come idee, probabilmente idem; frinisce invece di dire banalità; con la sua livrea marmorizzata è di bella presenza...
Vuoi vedere che ho trovato la soluzione per i problemi del paese?

P.S. Non esiste alcun rapporto tra il grillaccio affine e il Beppe sbraitante.

Vieni via con me (It's Wonderful)

 
 I due Roberti

Scrive un amico su Facebook:
"Ce li meritiamo i Benigni, i Fazio e le suore tolleranti, perché crediamo ancora che essere di sinistra sia costume. Ce li meritiamo il vittimismo gay di Vendola, perché crediamo che essere di sinistra sia piangersi addosso. Invece è un fatto di giurisprudenza. In Italia siamo ancora alle questioni identitarie, all'immagine di sé, alle parrocchie, mentre il mondo sprofonda per cose concrete di soldi e giurisprudenza."
E mi viene da scrivere:
ma ce li meritiamo davvero gli intellettuali "di sinistra" (mah...) che quando piove a dirotto e uno gli propone un riparo non sanno far altro che discutere per ore sul colore dell'ombrello e intanto si infradiciano di pioggia e diventano ridicoli anche solo da guardare? Ce li meritiamo quelli che rifiutano di salire sull'ultimo treno perché ha il predellino a righe invece che a quadretti? Quelli che giudicano un discorso dal numero di citazioni di Bourdieu? Quelli che preferiscono parlare del “vittimismo gay” di Vendola, infangando così l'incredibile storia di un uomo che, dichiaratamente omosessuale, è riuscito a farsi eleggere governatore delle Puglie (delle Puglie!)? Quelli che credono ancora che essere di sinistra possa essere cosa solo “di giurisprudenza”, e non importa se gli omosessuali continuano a essere “checche, culattoni, froci, ecc.”; non importa se all'idraulico non si chiede la fattura, tanto gli evasori sono gli altri; non importa se si parla d'amicizia, d'amore e di felicità, perché con quelle cose lì non si fanno le leggi (che è poi lo stesso, anche se di segno opposto, che dire che con la Divina commedia non ti ci puoi fare un panino, come dice Tremonti); non importa l'immagine di sé, non importano le questioni identitarie dentro alle quali quelli del Palazzo (come diceva Pasolini) ti umiliano e ti distruggono da sempre, importano solo le “cose concrete di soldi e giurisprudenza”; non importa se ti comporti come un pirla con la famiglia, gli amici e i colleghi di lavoro (sono solo fatti privati), l'importante è essere di sinistra quando vai a votare; non importano le questioni identitarie, perché se sei una donna, un omosessuale, un terrone, un immigrato o quant'altro, l'importante è che voti giusto, ché poi così aiuti a far sorgere il sol dell'avvenire che mette tutto a posto?
Ce li meritiamo davvero?
Io ho sessant'anni. Faccio parte di quella generazione benedetta e maledetta che ha voluto cambiare il mondo e poi ne ha fatto uno peggiore di quello che c'era prima. A vent'anni credevo che se uno aveva i capelli lunghi come me era perché era “di sinistra” e insieme avremmo fatto grandi cose. Oggi i capelli lunghi ce li ha anche Briatore e prima di lui ce li ha avuti De Michelis. La mia generazione ha fallito miseramente. Ma il suo fallimento non è stato causato dalle preoccupazioni libertarie, dagli slogan sessantotteschi come “aimons-nous sans contraintes(amiamoci senza costrizioni) o “le bonheur est une idée neuve(la felicità è un'idea nuova), ma dallo stalinismo più becero e rigido che succedette al '68, dal “rigore intellettuale” degli intellettuali di mestiere che si estasiavano davanti a Sartre ma erano incapaci di leggere Baudelaire.
Nell'estate del 1970 andai all'isola di Wight per il festival rock rimasto famoso perché fu l'ultima apparizione pubblica di Jimi Hendrix. Per caso incontrai alcuni conoscenti che appartenevano al Movimento Studentesco milanese. Io di quel movimento ero un simpatizzante, ma nulla più. Passammo un paio di giorni insieme ad ascoltare Donovan, I Ten Years After, Miles Davis, Joan Baez e tutti gli altri. Poi, al momento di ripartire per l'Italia, quelli mi chiesero di non dire a nessuno che li avevo visti all'isola di Wight perché “non era una cosa da compagni”. Si vergognavano di essersi andati a divertire e temevano che, se la cosa si fosse saputa, avrebbero potuto essere espulsi dal Movimento! Quel fatto privato, quel fatto di costume, doveva rimanere segreto, come una macchia inconfessabile.
Ho l'impressione che oggi quell'assurda e patetica coglioneria sia viva e vegeta più che mai nelle parole e nei pensieri di chi, davanti a Benigni, Fazio, Saviano, Vendola e Abbado che dicono in televisione parole che ormai dalla televisione siamo abituati a non aspettarci più, non trova altro da fare che andarsi a cercare il pelo nell'uovo, o, come dicono i francesi, andarsi a “enculer les mouches”, a inculare le mosche. C'è un carro armato che ci sta schiacciando tutti e quelli se ne stanno lì a chiedersi se per scappare devono mettersi le scarpe nere o quelle marron, e se è meglio scappare con quelli che hanno una camicia blu o una camicia gialla.
Vieni via con me l'ho guardata anch'io. Non è stata un granché come trasmissione, sono d'accordo. Ma l'emozione che traspariva da quelle facce e da quelle parole, l'incertezza di quei gesti, l'approssimazione di quelle frasi, assomigliavano molto di più alla vita di tutti i discorsi politicamente corretti che si possono fare dopo. Già: l'emozione. Ma è proprio quello il concetto che sembra tanto difficile da accettare a tanta parte della “sinistra”, che non riesce a vederci che un fatto privato, di costume, politicamente insignificante.
Aimons-nous sans contraintes.